Come nasce il progetto

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All’inizio del 2009 l’iniziativa di alcune associazioni ateiste suscitò grande scalpore: usare gli autobus che circolano nelle metropoli occidentali per rilanciare il “credo ateo". Come? Mettendo sulle fiancate di alcuni mezzi pubblici un breve ed efficace messaggio pubblicitario.

L’iniziativa sbarcò in Italia con l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti italiani (
UAAR), che progettò di acquistare gli spazi pubblicitari di alcuni autobus di Genova per reclamizzare la frase:
“La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. Subito divampò in tutta Italia la polemica contro l’irriverenza atea e, sull’altro fronte, contro la nefasta influenza cattolica nella società italiana.

E' in questo clima di forti contasti che nasce l’idea di realizzare il libro: prendere sul serio l’asserzione dagli atei, posta nella sua crudezza - Dio non esiste e non ne abbiamo bisogno -, e tentare di dare una risposta rivolta a tutti, credenti e non. Le risposte, o meglio le riflessioni che tali domande suscitano, sono state scritte da sette autori cristiani che hanno una diversa età anagrafica, una differente formazione e una diversa esperienza di vita: cattolici e non, preti e laici, donne e uomini.

Autori che hanno accettato di condividere, nei loro scritti, alcune semplici linee guida:

1.
Accogliere con rispetto e senza riserve chi presenta un’esperienza (apparentemente?) lontana da Dio e rispondere con temi, esperienze e suggestioni che possano a loro volta interrogare e stimolare la ricerca. Una risposta quindi non di tipo apologetico, a difesa dei dogmi, ma resa secondo l’invito dell’apostolo:
"Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi…, ma fatelo con rispetto, con una retta coscienza”(1 Pt 3,15-16).

2.
Accettare le particolari circostanze di tempo e di spazio in cui la “provocazione” dei gruppi atei è stata lanciata. Lo spazionon è quello del sacro, spesso protetto e inaccessibile, ma quello della strada, aperta a tutti, ove passa l’autobus con la scritta che tutti possono leggere e dibattere, siano essi credenti, agnostici, atei o non addetti ai lavori. Il tempo di lettura, poi, è rapido e non dilatabile. L’autobus arriva, pone la questione e scompare rapidamente in mezzo al traffico. Un flash istantaneo, senza mediazioni. E’ come se gli autori fossero alla fermata del bus mentre passa il mezzo pubblico su cui campeggia la scritta e avessero pochi minuti per rilanciare la questione al vicino e anonimo compagno di viaggio: il nostro lettore.

3. Riconoscere le tante questioni che la modernità, con la sua complessità, pone con forza ai cristiani e alle società di oggi (dignità della vita umana, questione femminile, ruolo della famiglia, migranti, nuove e antiche povertà, ambiente, globalizzazione, liceità della guerra …), ma non limitarsi a dare delle “istruzioni per l’uso”a quanti cercano risposte pre-confezionate e pre-digerite. Il libro non vuol essere un prontuario teologico o morale.

4.
Consentire che la questione sia posta nella sua crudezza: Dio c’è? E a cosa serve? E rilanciare la posta in gioco. Se pare assurdo cercare una prova scientifica dell’esistenza di Dio, è tuttavia possibile raccontare agli altri “chi è Dio” nella propria vita e “quali conseguenze pratiche” ciò ha comportato, lasciando intravedere quanto la questione sia decisiva e faticosa nella storia di ognuno. La riflessione degli autori sfuma così nella testimonianza personale.

5. Ancorare la riflessione sull’esistenza e sull’utilità di Dio al commento di un brano biblico.
Brani dove gli autori del tempo raccontano a loro volta la loro esperienza e la loro riflessione su Dio.

Gli scritti che compongono il libro hanno timbri diversi, che potremmo idealmente ricondurre a tre  categorie: la sapienza teologica (Lidia Maggi e Alberto Maggi), la ricerca intellettuale e vitale (Eugenio Lampacrescia e Giovanni Varagona), l’esperienza umana e di fede
(Francesco Grasselli, Vito D’Ambrosio e Lino Maggioni). Timbri diversi, ma nei quali si coglie lo scorrere di un filo rosso, una ricerca che certamente non li rende sovrapponibili, ma che indica piuttosto un procedere su diversi tratti di un medesimo percorso.

Ne scaturisce una testimonianza straordinaria, affascinante e impegnativa, carica di buone notizie su Dio.

L'immagine è stata tratta dal sito REPUBBLICA.IT